Vantaggi del Babywearing
Avere i propri cuccioli in fascia offre anche molti vantaggi: ovviamente il primo che salta all'occhio è il fatto di avere le mani libere e poter svolgere in tutta libertà una serie di azioni non pericolose che, avendo il bimbo in braccio, richiederebbero una certa manualità ed equilibrio.
Un altro vantaggio, come dicevamo prima è l'anticipazione dei bisogni del bimbo prima che arrivi al pianto disperato. Se il bimbo si trova lontano da noi, purtroppo perdiamo tutti quei segnali di richiesta precoci che il bimbo mette in attto prima di arrivare al pianto.
Un altro beneficio non trascurabile è il senso di efficacia che il babywearing può dare al portatore e nel diretto caso delle neomamme si è notata una diminuzione dell'insorgenza del babyblues.
Ainsworth (1974) ha osservato che, vicina al suo bambino, la madre percepisce maggiormente i suoi segnali ed impara ad interpretarli meglio: comprendendo il proprio bambino, la mamma tende ad interferire meno nelle sue attività e a mantenere sempre un atteggiamento di cooperazione e di disponibilità con il figlio. Tutto questo costituisce la base fondamentale di una relazione solida e della riuscita del processo di attaccamento (Bowlby).
Infatti pare che in questa fase, una madre che porta il proprio bambino, asseconda quest’esigenza di simbiosi: il bambino portato sente che la fascia avvolge il suo corpo e che la fibra lo contiene, è il suo “nido”. Il corpo del bambino forma una cosa sola con quella del portatore ed il piccolo ha la possibilità di conoscere il mondo da una posizione assolutamente sicura e protetta. Ancora una volta si accoglie il bambino e lo si accompagna nelle sue fasi evolutive cosa che gli consente di costruirsi una grande fiducia, la famosa “base sicura “ di cui parla Bowlby( 1973) che gli dona consolazione e protezione “la simbiosi con la madre nello sviluppo dell’Io, fornisce sostegno al bambino, funge da cornice” (Blegea 1967)
Come scrive J.Lindloff (2004)” lo svolgimento delle mansioni quotidiane è qualcosa di eccitante per i bambini”: si pongono le basi per l’imitazione che è un’importante capacità del neonato, oggi studiata con rinnovato interesse nell’ambito degli studi sui neuroni specchio.
Il bambino dal suo rifugio osserva. Quando è stanco può addormentarsi e metabolizzare tutto ciò che ha vissuto.
Finchè non arriva il momento in cui è pronto per sganciarsi e per sfruttare la libertà di scelta che ha costruito insieme alla madre attraverso la rassicurazione della “base sicura”.
Un altro vantaggio, come dicevamo prima è l'anticipazione dei bisogni del bimbo prima che arrivi al pianto disperato. Se il bimbo si trova lontano da noi, purtroppo perdiamo tutti quei segnali di richiesta precoci che il bimbo mette in attto prima di arrivare al pianto.
Un altro beneficio non trascurabile è il senso di efficacia che il babywearing può dare al portatore e nel diretto caso delle neomamme si è notata una diminuzione dell'insorgenza del babyblues.
Ainsworth (1974) ha osservato che, vicina al suo bambino, la madre percepisce maggiormente i suoi segnali ed impara ad interpretarli meglio: comprendendo il proprio bambino, la mamma tende ad interferire meno nelle sue attività e a mantenere sempre un atteggiamento di cooperazione e di disponibilità con il figlio. Tutto questo costituisce la base fondamentale di una relazione solida e della riuscita del processo di attaccamento (Bowlby).
Infatti pare che in questa fase, una madre che porta il proprio bambino, asseconda quest’esigenza di simbiosi: il bambino portato sente che la fascia avvolge il suo corpo e che la fibra lo contiene, è il suo “nido”. Il corpo del bambino forma una cosa sola con quella del portatore ed il piccolo ha la possibilità di conoscere il mondo da una posizione assolutamente sicura e protetta. Ancora una volta si accoglie il bambino e lo si accompagna nelle sue fasi evolutive cosa che gli consente di costruirsi una grande fiducia, la famosa “base sicura “ di cui parla Bowlby( 1973) che gli dona consolazione e protezione “la simbiosi con la madre nello sviluppo dell’Io, fornisce sostegno al bambino, funge da cornice” (Blegea 1967)
Come scrive J.Lindloff (2004)” lo svolgimento delle mansioni quotidiane è qualcosa di eccitante per i bambini”: si pongono le basi per l’imitazione che è un’importante capacità del neonato, oggi studiata con rinnovato interesse nell’ambito degli studi sui neuroni specchio.
Il bambino dal suo rifugio osserva. Quando è stanco può addormentarsi e metabolizzare tutto ciò che ha vissuto.
Finchè non arriva il momento in cui è pronto per sganciarsi e per sfruttare la libertà di scelta che ha costruito insieme alla madre attraverso la rassicurazione della “base sicura”.